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Giovanni Boine |
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- I ripugnevoli tempi che lo sgretolo-frana degli abbandoni, m'ha gių inerte varato per l'immobile belletta del nero disgusto, - spente onde, giungono a volte le lente sere della malinconia, che vedo zitto per l'ombra e, tutto č scordato. - Quasi in dolcezza, dentro si levano i radi gemiti come il notturno canto del chių. - M'allacci allora senza parola, t'appoggi allora cosė lievemente, che appena ti sento, appena... Vuoi dir che ci sei? - Ma torno piano dalla lontananza, ma tocco piano il dolce viso, guardo i fedeli occhi che guardano me. |