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Gustav Klimt

(Vienna 1862-1918)

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Klimt nei suoi primi lavori mostra una precisione di disegno e di esecuzione assolutamente straordinarie, ponendosi però in un filone tipico di una certa cultura del secolo scorso in cui gli elementi della tradizione, in particolare rinascimentale, vengono ampiamente rivisitati e riutilizzati. La sua personalità comincia ad acquisire una importante caratteristica intorno al 1890 quando la sua pittura partecipa sempre più attivamente al clima simbolista europeo. Ma la svolta che portò Klimt al suo inconfondibile stile avvenne dieci anni dopo con il quadro Giuditta I del 1901.

Da questo momento il suo stile si fa decisamente bidimensionale, con l’accentuazione delle linee e delle campiture vivacemente decorate. Due viaggi compiuti a Ravenna nel 1903 diedero a Klimt ulteriori stimoli. Da quel momento l’oro, già presente in alcune opere precedenti, acquista una valenza espressiva maggiore, fornendo la trama coloristica principale dei suoi quadri. Giunge così a caratterizzare il suo lavoro con un'estrema eleganza formale, mescolando la componente ornamentale con gli elementi naturalistici, a volte di forte intensità realistica. Le sue opere migliori sono caratterizzate da superfici piatte e senza ombre, sinuosi contorni e giochi di arabeschi, figure e colori simili a quelli del mosaico.

Nell’arte di Klimt la donna occupa un posto decisamente primario. Rinnovando il mito della "femme fatale" per Klimt la donna è l’idea stessa di eros. Di quell’eros che è a un tempo amore e morte, salvezza e perdizione. È un idea che serpeggia in tutta la mentalità del tempo, ma con connotazioni decisamente antifemministe. In Klimt la posizione tende invece a ribaltarsi, attribuendo alla donna un ruolo di decisa superiorità rispetto all’uomo. È lei la depositaria di quel gioco amoroso che rinnova continuamente la vita e la bellezza. Egli celebra la donna e il suo potere incantatorio ed esalta la trasformazione della donna angelicata dei preraffaelliti in donna-sirena o donna-serpente, sensuale, dominatrice e dal fascino conturbante.

Il periodo aureo di Klimt si concluse nel 1909 con il quadro Giuditta II. Seguì un periodo di crisi esistenziale ed artistica dal quale Klimt uscì dopo qualche anno. Il suo stile conobbe una nuova fase. Scomparsi gli ori e le eleganti linee liberty, nei suoi quadri diviene protagonista il colore acceso e vivace. Questa fase viene di certo influenzata dalla pittura espressionista che già da qualche anno si era manifestata in area tedesca. E Klimt l’aveva conosciuta soprattutto attraverso all’attività di due artisti viennesi, già suoi allievi: Egon Schiele e Oskar Kokoschka. La sua attività si interruppe nel 1918, quando a cinquatasei anni morì a seguito di un ictus cerebrale.

Collegamenti: La donna per Picasso e Klimt


Il bacio
1908
olio su tela; 180 x 180
Vienna, Österrechische Galerie

I due innamorati sono come chiusi entro un bozzolo d'oro, dal quale escono appena le teste e le mani. Klimt offre una versione del bacio intensamente "romantica", piena di trasporto, fuori dal tempo, restituendogli tutta la sua poesia e la sua dolcezza.